IL PRIMO TRIUMVIRATO
Atto unico ispirato alla storia di Lucca
di Elisa Bertoni
Personaggi:
Narratore, Emilio, fedele segretario di Cesare, Ancelle, Caio Giulio Cesare - dominatore delle Gallie, Gneo Pompeo Magno - pater patriæ, Marco Licinio Crasso - generale ricco e potente,
Lucca, 2 gennaio 2016
Narratore: Siamo nella primavera del 56 a. C. Il mondo romano viveva uno dei momenti più caotici della sua storia. Il Senato non aveva l’autorità e la coesione per controllare la politica espansionistica in atto. Diventavano sempre più aspre le ostilità tra le varie fazioni politiche ed emergevano le lotte tra i diversi ceti sociali. Gli uomini più forti e influenti della scena politica di Roma, Cesare, Pompeo e Crasso, decisero di incontrarsi a Lucca, in forma del tutto privata, per rinsaldare e sigillare quell'accordo noto come Primo Triumvirato, che portò alla fine della Repubblica e all'avvento del Principato. Essi erano insoddisfatti perché non ritenevano riconosciuta nella giusta misura la loro opera e le loro conquiste, grazie alle quali la gloria, la ricchezza e i confini di Roma erano cresciuti enormemente. Nonostante il rapporto tra Crasso e Pompeo non fosse tra i più idilliaci, Cesare con la sua fine abilità diplomatica, seppe riappacificarli. La scelta di Lucca, dove Cesare stazionò per alcuni mesi stabilendovi il quartier generale, non fu occasionale, ma dettata da precisi motivi geopolitici. Geograficamente Lucca era la città più a sud della Gallia Cisalpina e più vicina a Roma. Era posizionata extra pomerium, cioè fuori dai confini legali e religiosi dell’Urbe. Lì era possibile conservare tutti i poteri di proconsole, tra cui l'imperium sulle legioni, e agire fuori dal controllo diretto del Senato. Se avesse oltrepassato il pomerium con i littori in armi, avrebbe violato la legge, aprendo la strada ad una guerra civile. Cosa che avvenne nel 49 a.C., quando varcò il Rubicone e marciò su Roma.
Entriamo ora nel vivo della scena.
Tramite i suoi messaggeri Cesare ha concordato il luogo e il giorno dell’incontro.
Crasso è arrivato a Lucca in anticipo.
Pompeo deve arrivare da Ravenna.
Cesare è in attesa nella Domus, insieme con il fedele segretario Emilio.
E’ sereno, perché adesso con le vittorie in Gallia è consapevole della sua potenza.
Non è più quell’uomo indebitato che chiedeva al ricco Crasso di prestargli denaro per le sue campagne elettorali.
I suoi forzieri sono ricolmi per la ricchezza accumulata durante la conquista delle Gallie.
E poi il luogo, extra pomerium, lontano dagli sguardi indagatori del Senato, lo rassicura.
Cesare
rivolto a Emilio
Non avrò difficoltà a convincere Crasso. È sempre stato dalla mia parte fin da quando mi prestava il denaro per finanziare le mie campagne elettorali …
Un’ancella si avvicina ad Emilio sussurrando al suo orecchio
Emilio
Sommo Cesare, Marco Licinio Crasso chiede di essere ammesso alla tua presenza.
Cesare
Sia fatto passare
arriva Crasso
Cesare
Ma eccolo, l’uomo più ricco di Roma, nonché abile generale … non dimentichiamo le tue vittorie sugli schiavi ribelli. Ave Crasso
Crasso
Ave Cesare, tu sì che giorno dopo giorno acquisti fama crescente. Come già ti ho riferito nel nostro precedente incontro a Ravenna, a Roma non si è fatto altro che celebrare i tuoi successi nelle Gallie. E non nascondiamocelo: tutto l’oro che tu fai pervenire all’Urbe dai saccheggi, ti è di grande aiuto per dare di te il quadro di un generale buono e liberatore. Ma io conosco la tua astuzia
Cesare
Ed io la tua fame d’oro … e forse da questo mi sono ispirato. Tu, caro condottiero, sei il simbolo dell’avidità che alberga nel cuore di ogni uomo …
Crasso
Caro Cesare, la tua abilità oratoria mi sorprende ogni giorno di più. Adesso non so se debbo ringraziarti perché mi fai eroe, … sì, eroe … ma eroe del vizio, della cupiditas, la brama di denaro … Eppure mi sembra che anche tu sia altrettanto eroe, di una forma altrettanto raffinata di cupiditas … quella di potere, dell’imperium … Non è forse per questo che mi hai convocato qua insieme …
il discorso rimane sospeso
Cesare
… insieme a Pompeo … mio caro Crasso … a Pompeo …
Crasso
Già … detesto quell’uomo che ha celebrato il trionfo per la vittoria sugli schiavi ribelli guidati da Spartaco, mentre a me, vero artefice della repressione della rivolta, è stata tributata solo un’ovazione: lui sul carro ed io a piedi!
Cesare
Invidioso del trionfo di Pompeo?! Come sai ne ha avuti tre, e l’ultimo nel suo genetliaco per celebrare la vittoria su Mitridate, ed è durato addirittura due interi giorni … Che piccola festa per il suo 45° compleanno … Ma tu sei l’eroe dei sesterzi … non ti crucciare …
Crasso
Già, e tu in mezzo ai barbari delle Gallie stai diventando il signore di Roma …
Cesare
Ma conosci la mia generosità … Mai da solo … Io condivido con voi il potere … con te e con l’illustrissimo … Pompeo.
Ecco, lo vedo con il seguito all'ingresso. Sta entrando
Crasso
Mehercule, è venuto?
Cesare
Certamente. È come ciascuno di noi, da solo non può: è impotente a vincere gli altri due. È costretto dunque a conservare l’alleanza
Emilio
Sommo Cesare, è arrivato anche Pompeo
Cesare
Sia accolto con onore
…………………..
… Gneo Pompeo Magno. Ave Pompeo.
Pompeo
Ave Cesare ed ave anche a te Crasso …
quando Pompeo guarda Crasso il suo sguardo diventa sprezzante. Poi rivolto nuovamente a Cesare
Pompeo
Ti ringrazio illustre generale. Per l’Urbe non si fa altro che parlare di te e dei tuoi successi nelle Gallie …
Cesare
“Divǐde et impera”, così si domina sui nemici, sugli hostes di Roma come i barbari della Gallia, ma per dominare i romani bisogna che noi restiamo uniti!
Pompeo
con tono di sfida
Per questo ci hai convocato a Luca nel territorio meridionale delle tue province di Gallia …
In questo delizioso e parvo municipio costellato da olivi già in fiore vicino alle tue legioni … Per chiedere forse il nostro appoggio al fine di diventare tu dominatore assoluto, un tyrannus … , un rex in Etruria?
Cesare
Orribile parola in bocca al divo Pompeo! Non sia mai un rex nella gloriosa res pubblica romana! Il tempo dei re etruschi è sepolto nel nostro passato. Senatus popolusque …
Pompeo
Sì, ma Senatus et popolus al tuo servizio, a te proni …
Cesare
Qui ti sbagli, Pompeo. Al nostro servizio, al nostro servizio per il bene di Roma … e per volontà degli dèi.
Pompeo
Sì, degli dèi! … e delle tasche di Crasso e del tuo potere!
Crasso
Sempre il solito indisponente. Il 50° anno di età ti ha mantenuto vigoroso sul tuo collo taurino, non ha appannato il tuo valore degno di un Alessandro romano, ma non ha neppure incrinato la tua insolenza, Pompeo
Cesare
Silenzio, Crasso. Ascolta. Sappiamo bene tutti e tre di aver servito bene l’Urbe: io da pontifex maximus et imperator, voi che già avete ricoperto la carica di consoli e che avete permesso la salvezza di Roma. Strenuo il vostro coraggio in ogni vostra azione. La plebe non può altro che ringraziarvi se non è vinta dalla fame.
Crasso
Non c’è dubbio.
Pompeo
E’ proprio come tu dici.
Cesare (rivolto a Emilio?)
Che le ancelle portino da bere.
Poi rivolto a Crasso e Pompeo
E allora è giusto che dobbiamo incontrarci segretamente in questa domus a Luca, extra-pomerium quasi fossimo dei congiurati alla Catilina?
Crasso
Pistoia, dove è morto Catilina, è qui vicina… L’Etruria si è già abbondantemente macchiata di sangue romano…
Cesare
…e noi vogliamo la pace, noi siamo triumviri, non congiurati! Dobbiamo solamente esigere rispetto da parte del Senato, che si rifiuta, Pompeo, di riconoscere le Province d’Oriente che tu hai conquistato e le terre per i tuoi veterani.
Pompeo
Certamente!
Cesare
Ed anche a te, Crasso, che con i tuoi soldi puoi acquistare Roma, non si tributano gli onori dovuti. I patres, non riconoscendo in modo degno il nostro ruolo, ci insultano. E per indebolirci, tentano di metterci l’uno contro l’altro. Non dobbiamo cadere nelle trame del loro gioco. Dobbiamo ristabilire il nostro accordo perché siamo noi il governo di Roma, l’unico che può assicurarle la stabilità che merita.
Entrano le ancelle che versano il vino ai triumviri. I tre bevono e si sentono più vicini.
Pompeo
I patres, i patres… avranno timore che vogliamo sovvertire lo Stato, forzarne le istituzioni
Cesare
Ma il vostro amato Silla non ha forse già in passato sovvertito le istituzioni repubblicane, facendosi nominare dittatore a tempo indeterminato, godendo di un imperium illimitato?
E non lo ha forse fatto per rimettere in piedi una res publica vacillante?
Quale senatore si farebbe oggi beffe alla memoria del grande Lucio Cornelio?
Crasso
Nessuno… Ma noi siamo in tre…
Cesare
Appunto, se non ha fatto paura uno solo che aveva in mano il potere di Roma, perché dovremmo fare paura noi tre?
Tantomeno noi non dobbiamo avere alcun timore. Il Senato è in crisi, ormai l’espansione romana ha raggiunto confini tali che non può essere efficacemente controllata solo dalle vecchie istituzioni.
Roma ha bisogno che venga riconfermata la nostra collaborazione per il suo stesso bene; ed anche i Senatori, guidati dall’homo novus, il tuo amico, o Pompeo, ….
Crasso
… Cicerone! …
Cesare
Sì, Cicerone, … Anche i Senatori dovranno convenirne …
Pompeo
Certo, ma io da questo accordo, oltre alla deliziosa e giovanissima Giulia, tua figlia, che mi hai dato in moglie alla nostra prima riunione, o Cesare, …
il discorso rimane sospeso
Cesare
Oh, la mia Giulia! Come sta, Pompeo, la mia Giulia?
Pompeo
Giulia sta bene e ti saluta. Ma non divaghiamo … Da questo accordo, cosa dovrei ricavarne io?
Cesare
Pompeo, Pompeo, Pompeo. Il tuo pragmatismo è tanto straordinario quanto la tua abilità in armi di cui ancora i pirati si dolgono …
Pompeo
Lascia perdere i pirati, ed il tuo tono allo stesso tempo intriso di sarcasmo e di adulazione
Crasso
Con uno come te, così tronfio e vanitoso, non ci si può rivolgere che con quel tono, Pompeo!
Cesare
Rivolto alle ancelle
Versate da bere
Poi rivolto a Crasso con tono pacato, mentre tutti e tre bevono
Come fai a definire Pompeo tronfio e vanitoso! Ma se è noto ovunque per la sua affabilità e la semplicità del suo tenore di vita … Non attizzare il fuoco, Crasso, che la vampa ardente di Pompeo ha la forza di un vulcano in eruzione …
Pompeo vuole sapere quale sarà la convenienza che potrà trarre dalla prosecuzione del nostro nobile servigio di triumviri pro patria, per Roma!
Pompeo
Appunto. Non sono venuto a Luca per ammirare il paesaggio o le belle domus dei notabili, tanto meno per vedere il bel viso del mio venerabile suocero, figuriamoci del tuo, Crasso, un nobile che puzza di eques …
Crasso
iroso
Bada a come parli! Non ti permetto! Non ti permetto di offendere la gens Licinia dei miei venerandi majores. Piuttosto, non sei tu che te la fai con gli equites? Non proviene dagli equites anche il tuo Cicerone, che prima del suo esilio tanto ti ha lusingato, appoggiandoti nella guerra contro Mitridate, e di ritorno a Roma tanto ancora ti lusinga contro le pretese dei populares che tu stesso osteggi. Sì, Cicerone proviene dagli equites ed ora con la sua teoria della concordia ordinum domina il Senato, primo esponente della fazione degli optimates tra cui tu primeggi, ma che talvolta ti mette i bastoni tra le ruote …
Pompeo
Cicerone … ah ah ah! La sua fine eloquenza non lo salverà …
Cesare
E perché non lo salverà? Perché noi siamo i veri homines novi, con senso nuovo, o meglio, viri novi, che rivoluzioneremo il mondo e Cicerone lo ha capito, ma non lo accetta.
Cicerone ha paura e dalla paura scaturisce il fiume dirompente delle sue parole.
La paura del cambiamento che lui col suo naso da segugio è da anni che subodora …
Crasso
Non starei a fare ironie sul naso di Cicerone …
Cesare
Nessuna ironia, Cicerone, homo novus, in realtà è un uomo del passato, tutto confinato negli orizzonti del mos majorum, della tradizione, ed ha paura. Gli uomini del futuro siamo noi.
Tu Pompeo!
indicando Pompeo
Pompeo
Tu Cesare!
indicando Cesare
Cesare
E tu Crasso!
indicando Crasso
Cesare
Siamo noi il futuro di Roma, e qui a Luca dobbiamo rinnovare il nostro accordo, lo dobbiamo rinsaldare. Saremo viri novi e saremo rivoluzionari. Avremo la meglio su Roma che adesso è come una gorgone nelle trame del vizio, della depravazione, e noi la domineremo per farla rinascere!
Pompeo
Allora, forza, che cosa proponi?
Cesare
Bene, Pompeo. Questo è il progetto che richiede il vostro sostegno, il sostegno tuo, Crasso, che tra noi sei l’esponente più ricco e ti sai barcamenare bene anche con i cavalieri, e tuo, Pompeo, che godi di enorme popolarità a Roma, non solo per i tuoi trionfi, ma anche per la tua rettitudine e per l’impegno profuso in questi difficili anni per non far mancare mai il grano a Roma. Sappiamo che le tue navi solcano in lungo e in largo il Mediterraneo, mare nostrum, liberato dai pirati, perché il popolo non abbia fame
Crasso
Già, come dice Pompeo? “Navigare necesse est, vivere non est necesse”. Con la tua generosità trasporti grano per mare e al contempo ti compri il favore del popolo!
Non ti basta più la tua virtus guerriera? La senti forse vicina ad eclissarsi?
Cesare
con decisione
Crasso, taci! Se siamo qui per un accordo mettiamo al bando inutili provocazioni.
Ricorda: Roma ha bisogno di noi!
Pompeo
E noi abbiamo bisogno di Roma! Se Crasso ci fa la grazia di non interrompere più, vorrei che tu continuassi, o Cesare
Cesare
Propongo a voi di divenire consoli per l’anno prossimo e Roma non avrà scampo: il Senato comprenderà che siamo alleati e quindi invincibili.
Pompeo
Non sarà così semplice. Sarà necessaria una campagna elettorale di vaste proporzioni per sconfiggere la veemenza degli avversari. Temo l’autorevolezza di Catone!
Cesare
Lascia perdere Catone! Voi godete di immenso prestigio e di enorme quantità di denaro. Non sarà poi così difficile tacitare l’opposizione. Vedrai che alla fine anche Cicerone sarà dalla nostra
Crasso
Ma il consolato dura solo un anno, Cesare, ciò che più conta, e tu lo sai bene, è il proconsolato, è il governo della provincia che ci permette di mantenere l’imperium per cinque anni e di incrementare ricchezze e prestigio
Pompeo
Pensi sempre ai soldi, Crasso?
Crasso
Parla il povero Pompeo, così povero che vanta persino del cognomen di Magnus, proprio come Alessandro Macedone
Cesare
Calmati Crasso. Pompeo vanta di quel titolo per i suoi indiscutibili meriti di guerra … Meriti che tu potresti eguagliare se sconfiggessi gli acerrimi nemici di Roma, i Parti, estendendo i ricchi domini dell’Oriente e diventarne proconsole
Crasso
Mi toccherebbe dunque il proconsolato della Siria?
Cesare
Certamente, della opulenta Siria ed il comando della guerra contro i Parti dai loro invincibili arcieri. Alla tua vittoria, nessuno ti negherà il trionfo
Crasso
I Parti … mai Roma ha superato i loro confini in modo stabile
Pompeo
Già, saresti tu il primo. E a me, Cesare, quale proconsolato mi verrebbe assegnato?
Cesare
Che ne diresti, al termine del tuo consolato, di governare le due Province della Spagna? Non ci sarebbe neppure bisogno della tua presenza in provincia. Già la conosci, potresti governarla per cinque anni in absentia.
Pompeo
Già. Potrei governare la Spagna … rimanendo a Roma
Cesare
Sì, per non perdere i contatti con l’Urbe, e frenare eventuali trame ostili del Senato che certamente intuirà il nostro accordo e cercherà di indebolirlo. Se restiamo uniti, Roma non vacillerà e noi non temeremo nessun tipo di avversario, sia esso forte per la spada sia per la lingua
Pompeo
Non faremo la fine dei Gracchi!
Cesare
No! Non siamo soli! Un solo accordo per tre uomini
Pompeo
E per i veterani? I fedeli soldati che hanno combattuto con me in Oriente hanno il diritto a ricevere le terre promesse
Cesare
Avranno le loro terre. Faremo approvare al Senato la distribuzione dei terreni ai tuoi soldati, Pompeo. Non diranno di aver avuto un generale che non ha mantenuto le promesse.
E ho pensato anche a te, Crasso
Crasso
Intendi forse favorire i pubblicani, miei sostenitori?
Cesare
Esattamente. Una nuova legge consentirà loro di ottenere maggior guadagno nella riscossione delle imposte …
Crasso
Non mi dispiace
Pompeo
Lo immagino. Ma, te, Cesare, sì tu …
Crasso
Già, tu Cesare …
Pompeo
Ratificando questo accordo che così ti sta a cuore a cosa aspiri? Non sarà solo la generosità repubblicana a renderti così clemente e premuroso nei nostri confronti
Cesare
Amici, la conquista della Gallia non è ancora terminata e per il bene di Roma è essenziale che i confini settentrionali della nostra penisola siano una volta per tutti pacificati e resi stabili. Anche adesso mi è appena giunta voce di una possibile ribellione dei Veneti per cui, ratificando l’accordo, dovrò immediatamente rientrare in Gallia.
Ed è lì, nella Gallia, che desidero prolungare il proconsolato per altri cinque anni grazie al vostro sostegno e rendere grande Roma anche nel nord.
I barbari per loro natura odiano il servaggio ed occorre grande abilità e determinazione se vogliamo dominarli una volta per tutte
Pompeo
Dunque rimarresti nelle Gallie
Cesare
Sì, desidero prolungare il mio imperium di proconsole su quelle tre Province per portare a termine la conquista di tutta la Gallia. Ed ho bisogno dell’appoggio dei consoli, id est… di voi due!
Crasso
E se, come tutti ci auguriamo, terminerai gloriosamente la tua impresa, cosa desideri dopo?
Cesare
Il consolato.
Pompeo
Vuoi accedere al consolato per non perdere il controllo delle tue legioni, perché dopo tanti anni al tuo fianco, Cesare, le legioni saranno tue!!
Cesare
Che nessun uomo possa mai impadronirsi a titolo personale dell’insegna sublime dell’aquila delle nostre legioni! Questo triumvirato è per Roma, non scordiamocelo, per una nuova Roma, che ha bisogno di noi
Crasso
Di noi!
Cesare
E noi la governeremo senza tradire la res publica ma per sostenere la sua straordinaria espansione. Saremo i tre paletti che impediranno alla pianta di vacillare
Crasso
Per la tua eloquenza potresti ormai competere con Cicerone
Pompeo rivolto a Crasso
Pompeo
Parlare ai soldati gli ha fatto bene. Ormai è un vero dux et imperator
Narratore
Cesare è stato abilissimo a non palesare la sua soddisfazione. Ha condotto Crasso e Pompeo dove lui desiderava, dando loro l’impressione di una sostanziale equità dell’accordo.
Essi già prefigurano la gloria futura, ignari tutti che una terribile fine li aspetterà di lì a pochi anni.
I Parti nella lontana Mesopotamia trucideranno Crasso a Carre, appena tre anni dopo, nel 53, tagliandogli la testa e colandogli in bocca oro fuso, per deridere la sua fame d’oro.
Ed anche Pompeo nella guerra civile contro Cesare, dopo la battaglia di Farsalo del 48, finirà con la testa mozzata, tradito da un vecchio compagno d’armi per volontà di Tolomeo d’Egitto.
E’ a questo che porta l’amore per il denaro e quello per il potere?
Intanto Cesare rimane solo a gestire gli albori di una nuova Roma…
Non per molto, però. Nelle Idi di marzo del 44 toccherà a lui la sorte di essere trucidato proprio nel teatro fatto costruire da Pompeo, accanto alla statua del suo defunto compagno e rivale. Anche lui avrebbe potuto pronunciare per sé quanto aveva commentato alla morte di Pompeo: ut plerumque in calamitate ex amicis inimici exsistunt. Nella disgrazia spesso gli amici si mutano in nemici.
Ma è ancora presto per affliggersi.
Oggi i triumviri godono del loro rinnovato accordo e brindano.
Le ancelle versano loro nuovamente da bere
Pompeo
Con fervore
E’ prossima l’inaugurazione del mio teatro a Roma.
Crasso
Sì, ci saranno grandiosi spettacoli. La nostra gloria merita di essere condivisa con la gioia del pubblico romano!
Cesare
Sì la gloria di noi tre, duces et imperatores per il Popolo di Roma e per volontà degli dèi
Pompeo
Così sia
Crasso
Così sia
Cesare
E allora brindiamo a questa nobile alleanza che salverà Roma
Pompeo
“Nunc est bibendum!”
Crasso
Sì, beviamo!
Cesare
A noi, signori di Roma, terra marique, domi militiæque!
Per mare e per terra in pace ed in guerra!
Cesare Pompeo Crasso
A Roma, caput mundi!